Nata
a
Perugia
e
diplomata
nel
1962
in
Maestro
d’
Arte
presso
l’
Istituto
d’
Arte
“Bernardino
di
Betto
“
di
Perugia.
Iscritta
all’Accademia
di
Belle
Arti
di
Perugia,
incontra
la
figura
del
Maestro
futurista
Gerardo
Dottori.
Nel
1965
Crescini
inizia
una
lunga
carriera
in
qualità
di
docente
abilitato
all’insegnamento
del
Disegno
e
Storia
dell’Arte
fino
al
1990.
Da
quel
momento
si
dedica
sempre
più
all’antica
passione
per
la
pittura.
La
sua
costante
ricerca
nel
campo
espressivo
figurativo
è
inesauribile
e
proprio
nel
lungo
percorso
di
attività
svolte
che
va
rilevato
il
particolare
interesse
per
la
ceramica.
E’
negli
anni
2018
e
2019
che
Crescini,
con
un
progetto
unico
rivolto
all’eccezionale
Fontana
Maggiore
di
Perugia,
realizza
settantacinque
formelle
in
terracotta
con
immagini
stilizzate
in
ceramica
dipinta.
L’
ispirazione,
sognata
con
l’occhio
della
mente,
è
diretta
alle
raffigurazioni
in
pietra
delle
due
vasche
marmoree
poligonali
ed
anche
al
gruppo
di
fusione
a
coronamento
della
vasca
bronzea.
Un’
ampia
dedica
dell’autrice
che
omaggia
la
sua
terra
d’origine
con
un’opera
da
interpretare
attraverso
la
luce
che
illumina
l’essenza
del
Sogno.
Al
buon
esito
di
una
lunga
carriera,
nel
2015
una
sua
opera
in
ceramica
smaltata,
donata
alla
città
di
Perugia,
è
stata
collocata
in
permanenza
nella
sede
del
Museo
d’Arte
Contemporanea
di
Palazzo
della
Penna
di
Perugia.
Il
Comune
di
Quiliano
(SV),
città
di
residenza
dell’
artista,
è
depositario
di
due
opere
sferiche
in
ceramica
smaltata
donate
con
sentimento
da
Crescini
negli
anni
2015
e
2022.
Numerose
sono
le
città
d’Italia
che
ospitano
opere
permanenti
dell’artista.
Ha
esposto
le
sue
opere
in
quarantadue
personali
tutte
in
territorio
italiano
ed
ha
partecipato
a
numerose
collettive
in
varie
città
sia
in
Italia
che
all’estero
con
ampie
segnalazioni
di
stampa
e
di
critica
in
cataloghi
e
riviste
d’arte.
E’
iscritta
nel
Dizionario
degli
Artisti
Savonesi
del
2009
e
nel
Dizionario
degli
Artisti
Liguri
–
Genova
per
gli
anni
2015
e
2021.
Biografia
“hanno scritto di lei”
Esposizioni
...le mie opere nascono da forti emozioni per un’immagine,
una musica, una parola, e subito la tela bianca lasciata sul
cavalletto diventa complice della “mia scena”.
Solo allora inizio a dipingere!
“I COLORI DELLA MEMORIA”
Giovanna
Crescini,
persona
sorridente
e
pensosa,
cordiale
e
riservata,
ha
tracciato
la
propria
autobiografia
attraverso
una
lunga
sequenza
di
tele
che
hanno
disegnato
un
cammino
speculativo
nel
quale
sono
intervenute
modificazioni
in
tempi lunghi e per linee interne, senza vistose impennate.
Negli
anni
ha
suscitato
un
vasto
interesse
critico
che,
fissandosi
costantemente
sul
colore,
ha
finito
per
indurre
i
suoi
esegeti
a
notevoli
fraintendimenti
delle
sue
intenzioni
o
a
monotone
ripetizioni.
Che
i
colori
della
Crescini
siano
forti,
luminosi
ed
imperiosi
è
un
dato
di
fatto
che
non
giustifica
tuttavia
un
accreditamento
di
anima
felice
ed
ottimista
solo
perché
le
sue
tele
sono
illuminate
da
rossi,
vermigli,
verdi
e
azzurri
intensi.
Ancora
meno
possiamo
essere
consenzienti
con
coloro
che
liquidano
il
problema
parlando
di
una
sorta
di
festival
cromatico.
La
realtà
è
molto
diversa:
il
colore
non
è
un
fine
ma
un
mezzo.
Un
mezzo
che
consente
all’artista
molte
soluzioni,
in
primo
luogo
quella
di
introdurre
nelle
proprie
tele
un
elemento
fisico
in
virtù
del
quale
fiorisce
un
vasto
mondo
di
idee
più
o
meno
evidenti.
Il
costante
interesse
per
la
figura
non
consente
di
concludere
che
ci
si
trovi
di
fronte
ad
una
pittura
realista,
ma
ad
una
soluzione
artistica
che
si
colloca
fra
l’iperrealismo,
il
simbolismo
e
i
mondi
di
sogno
contraddistinti
da
volute
oniriche
che
costruiscono
complesse
trame
di
riferimenti
e
di
eci
esistenziali
che
un
estremo
pudore
trattiene
entro
i
limiti
dell’accenno
senza
giungere
mai
ad
un
aperto
disvelamento.
Il
poco
spazio
disponibile
costringe
a
rimandare
a
tempo
e
a
luoghi
più
opportuni
una
completa
esegesi
dell’attività
artistica
di
Giovanna
Crescini
tenendo
anche
conto
del
suo
recente
impegno
in
campo
ceramico,
ma
si
può
concludere
che
il
suo
mondo
è
simile
a
quello
di
una
scena
teatrale
vista
attraverso
un
velo,
un
velo
che
non
giustifica
voli
di
fantasia,
ma
che
chiede
d’intendere “con intelletto d’amore” i riposti accenti di uno spirito malinconico.
Aldo Maria Pero
“CHIARO DI LUNA”
Ho
sempre
amato
la
pittura
di
Giovanna
Crescini.
Mi
piacciono
i
suoi
colori,
il
gusto
squisito
della
composizione,
il
suo
essere
classica
e
popolare
al
tempo
stesso.
Mi
piacciono
i
suoi
racconti.
Perché
Crescini
è
essenzialmente
una
narratrice.
Davanti
ad
un
suo
dipinto
-
che
vi
siano
figure
umane,
animali,
oggetti
o
persino
lettere
dell’alfabeto
composte
a
formare
parole
non
immediatamente
intellegibili
-
è
inevitabile
andare
a
cercare
il
racconto.
Non
è,
quella
di
Crescini,
una
pittura
impressionistica.
E’
soprattutto
una
pittura
narrativa,
dove
la
narrazione
sconfina
in
una
dimensione
(forse
apparente)
di
sogno.
Amo
quelle
donne
velate
racchiuse
da
una
corona
d’alberi,
quei
crocchi
di
figure
intente
ad
un
mestiere,
o
a
cercare
libri
su
bancarelle
surreali,
o
quelle
donne
-
che
sappiamo
essere
bellissime
-
con
addosso
gli
abiti
leggeri
dell’estate.
Si
abusa
molto
del
termine
“mediterraneo”,
eppure
la
pittura
(e
la
ceramica
che
talvolta
ne
deriva)
di
Crescini
è
profondamente
mediterranea.
O
meglio,
meridionale.
Ho
ravvisato
nei
suoi
quadri
echi
del
grande
e
dimenticato
Saverio
Terruso,
e
di
Guttuso,
ma
anche
della
naïveté
-
cioè
di
quella
ingenuità
che
prima
di
tutto,
come
vogliono
i
dizionari
antichi,
è
nobiltà
-
di
certi
pittori
africani
di
Tingatinga.
Eppure
Giovanna
Crescini
è
un’artista
colta,
per
nulla
“ingenua”
nel
senso
che
diamo
abitualmente
al
termine.
Ma
ha
saputo,
forse
proprio
perchè
colta,
riconoscere
un
linguaggio
immediato e forte e farlo, con straordinaria leggerezza, suo.
F. Molteni
“LE GUARDIANE DEL COLORE”
L’ardore
del
cremisi,
la
sensualità
del
cinabro,
la
maestosità
del
blu
di
Prussia,
il
mistero
delle
terre
d’ombra.
E,
assieme
a
questi,
un’intera
gamma
di
colori
altri,
stesi
negli
accostamenti
più
audaci
ed
icastici,
per
la
creazione
di
immagini
folgoranti.
È
a
tale
fantasmagoria
cromatica
di
estrazione
futurista,
impressa
con
l’energia
e
la
compattezza
della
nitida
pennellata,
che
si
deve
l’impatto
visivo,
quanto
mai
emozionante,
per
chi
osserva
le
opere
di
Giovanna
Crescini:
oli
su
tela,
e
pigmenti
su
creta
in
forma
di
piatti
e
di
sfere.
Densi
di
significati
simbolici,
essendo
proiezioni
di
una
prorompente
interiorità,
questi
colori
divengono
l’alfabeto
segnico,
che
consente
alle
immagini
di
raccontarsi
attraverso
il
sogno,
il
mito,
l’enigma.
Da
un
montaggio
caleidoscopico
costruito
con
una
così
fervida
immaginazione,
le
figure
rimbalzano
con
l’eco
di
narrazioni
visive
incentrate
ora
su
un
Eden
lussureggiante,
che
rinvia
ad
alcune
opere
naturalistiche
di
Henri
Rousseau;
ora
su
gruppi
di
persone,
spesso
figure
femminili,
dotate
di
un
elemento
comune
che
le
unifica
e
insieme
le
isola;
ora
su
oggetti
tra
cui,
rilevanti,
le
sedie
lasciate
sole,
emblema
di
solitudine.
Natura,
persone
e
cose
prendono
vita,
nelle
opere
di
Giovanna,
svelando
di
lei
quella
solare
pienezza
d’amore,
che
è
sostegno
e
guida
di
un
gesto
pittorico
ispirato
in
primis
dal
dolce
paesaggio
umbro,
sua
terra
d’origine
e
luogo
dell’anima,
poi
dal
ridente
paesaggio
ligure,
terra
di
elezione
e
luogo
di
segreti
incantamenti.
Incanto
e
lirismo,
che
nei
dipinti
della
Nostra
si
integrano
con
l’uso
di
una
tecnica
ad
alta
definizione
grazie
a
cui
le
figure,
disposte
su
piani
geometrici
di
ascendenza
spaziale
cubista,
si
stagliano
in
una
luce
metafisica,
netta
di
ombre.
Una
luce
che
armonizza
il
tutto
in
una
sapiente
consonanza
di
opposti:
semplicità
e
complessità,
realismo
e
surrealismo
onirico,
chiarezza
e
mistero.
Poiché,
quello
di
Giovanna
Crescini
è
un
dinamismo
creativo
pari
a
un
vento
impetuoso,
che
soffiando
su
ogni
dipinto
vi
accende
atmosfere colme delle pulsioni e dei fremiti
del
nostro
tempo.
E
fa
di
lei
un’artista,
che
trova
nella
pittura
sia
la
propria
intensa
ragione
di
esistere,
sia
la
propria
forte,
inconfondibile
identità
nello
scenario della pittura contemporanea.
Franca Maria Ferraris
“VOGLIO ANCORA SOGNARE”
Stupisce
di
Giovanna
Crescini
il
fatto
che
ogni
sua
mostra
personale
riesca
a
presentarci
una
Giovanna
Crescini
rinnovata.
E’
raro
infatti
che
un’artista,
raggiunta
in
piena
maturità
una
cifra
stilistica
riconosciuta
e
apprezzata,
acclarato
il
gradimento
di
un
pubblico
sensibile
e
af
fezionato,
rinunci
alla
tentazione
di
trovare
agio
nel
percorso
sperimentato
con
successo.
Giovanna
Crescini
non
sceglie
di
“ripetere
se
stessa”.
Sa
osare,
oltre.
Consapevole
che
il
gioco
dell’arte
è
appunto
sapersi
mettere
in
gioco.
Come
l’obiettivo
dell’artista
è
la
sfida.
E
la
sfida
è
il
divenire,
l’andare
verso.
Anche
verso
un
punto
di
bianco.
Strutturato
nel
colore,
immerso
nel
colore
il
linguaggio
della
Crescini
cerca
la
sor
gente
dalla
quale
scaturisce
tutta
l’ener
gia
cromatica,
per
farle
spazio
sulla
superficie
della
tela.
Scorrendo
le
pagine
pittoriche
degli
anni
più
recenti
la
presenza
del
bianco
si
percepisce
come
un’intuizione.
Af
fiora.
Quasi
pudicamente.
E
cattura
l’occhio.
E’
un
gatto
tra
i
personaggi,
uno
straccio
sulla
seggiola,
una
teiera
nella
natura
morta.
Nel
clamore
del
colore,
Giovanna
Crescini
sa
osare
un
silenzio.
Ed
è
proprio
quel
silenzio
a
dare
alla
composizione
-
sia
di
figure
sia
di
elementi
vegetali
e
naturali
-
il
significato
di
una
riflessione.
La
piacevolezza
estetica
del
quadro
è
sempre
sostanziata
dal
pensiero.
Il
linguaggio
di
Giovanna
Crescini,
per
quanto
possa
apparire
“facile”,
non
si
ferma
ad
una
pittura
di
superficie.
Sa
indagare
nelle
profondità
emotive
ed
emozionali.
Sa
essere
discorso.
T
alvolta
l’artista
si
diverte
a
scomporre
e
ricomporre
le
parole
della
poesia.
Mette
le
parole
dei
poeti
sulla
tela
mischiandole
a
soggetti
ricorrenti
nella
propria
nomenclatura
pittorica
(parole
e
pesci,
bello!).
Pienamente
consapevole
che
la
pittura,
come
la
poesia
-
richiede
da
parte
di
chi
la
fa,
e
di
chi
vi
si
pone
dinnanzi,
grande
capacità
di
ascolto.
Maria T
eresa Castellana
B.Cardaci 1999/2002/2003/2006
M.T.Castellana 1991/1992/1993/2005/2006/2010/2014/2019/2020
T.Piccolini Battaglia 1998/1998
O.Racchi 1998/2018
S.Bottaro 1999/2008/2010/2013/2919
G.Lunardon 2002
F.Molteni 2004/2005/2014/2014/2016/2019/2022
Il Letimbro 1998
Riviera 1999
N.Cassanello 2003
Il Sec.XIX 2004
La Stampa 1995/1999/2008/2020
G.De Gregori 2004/2007/2018/2022
M.Pennone 2005/2008
S.Alliri 2005/2007
C.Marino 2005
G.Latronico 2005
M.Belgiovine 2005
F.M.Ferraris 2006/2008/2010/2014/2015/2016/2023
L.Rossi 2006
P.Gioia 2007
S.Salucci 2007/2018/2019/2021/2022
I.Trevisani Bach 2007
P.Vintera 2008
A.M.Pero 2009/2010/2011/2012/2014/2015/2015/2016/2018
L.Visconti 2012
B.Cerro 2010/2016/2018/2020
F.Marzinot 2011/2017/2018/2020/2022/2023
S.Pedalino 2011
A.M.Faldini 2013
M.Calleri 2013
R.Porsenna 2014
E.Visconti 2016
F.Tuscano 2017
E.S.Baiocco 2018
F.Racchi 2018
T.Severini 2017/2018
M.Smith 2017/2018
R.Giachetti 2018
V.Bucefari 2019/2001/2019
A. Romizi 2017/2018 (Sindaco di Perugia)
S.Godani 2020/2022
M.Piselli 2017
M.Dragoni 2017
E.Gianasso 2020
A.GULLI 2022
“GENTE DI MARE”
“Il
mare
è
il
lavoro.
La
terra
è
la
casa”
mi
diceva
un
comandante
di
Camogli
quando
stavo
scrivendo
di
lui
e
dei
suoi
colleghi,
della
loro
lontananza
da
casa
e
dalla
comunità
cui
si
ritorna
periodicamente,
d’un
lavoro
a
continuo
contatto
con
le
forze
della
natura,
che
impone
perciò
costante
attenzione
e
decisioni
nette,
senza
mezze
misure
(“ed
è
per
questo
che
quando
iniziamo
un’attività
a
terra,
dove
invece
sono
frequenti
le
esitazioni
e
i
compromessi,
andiamo
subito
a
picco”
egli
osservava,
aggiungendo
che
a
casa,
a
condurre
la
vicenda
quotidiana,
era
la
donna,
avvezza
più
di
lui
ai
differenti
ritmi
di
vita
e
logica
del
paese).
Quelle
parole,
quel
sentire
mi
sono
tornati
in
mente
e
li
ho
ritrovati
nei
personaggi
e
nelle
situazioni
che
sono
i
protagonisti
dei
dipinti
e
delle
ceramiche
di
Giovanna
Crescini,
dedicati
alla
“Gente
di
Mare”,
tema
e
raffigurazioni
a
lei
cari
da
anni.
Il
quadro
raffigurante
Manarola
ci
propone
l’immagine
inconfondibile
di
un
abitato
che,
come
gli
altri
delle
Cinque
Terre,
chi
va
per
mare
navigando,
oggi
come
ieri,
poco
distante
dalla
costa
sa
subito
riconoscere
come
familiare,
sicuro
punto
di
riferimento
lungo
la
propria
rotta.
Con
un
sintetico,
poetico
linguaggio
pittorico,
fatto
di
puliti
toni
di
colore,
e
con
il
serrato
ritmo
compositivo
della
sua
raffiguarazione
delle
“case
gradonate”,
disposte
con
studiata
sistemazione
l’una
accanto
all’altra
e
da
dove
si
dipartono
viottoli
che
portano
alle
“fasce”
agricole
e
poi
all’abitato
di
Volastra,
Crescini
ci
documenta,
a
sua
volta,
che
quel
borgo
costiero
di
Liguria
è
stato
appoggiato
dall’uomo
alla
roccia
retrostante:
era
nato
perciò
come
riconoscibile
ed
amata
casa,
cui
tornare
dopo
il
lavoro
sul
mare
e
quello
dei
campi
retrostanti.
Ma
-
in
primo
piano
nel
quadro
-
la
darsena
costruita
alla
foce
del
torrente
e
le
numerose
barche,
da
alare
in
mare
con
perizia,
lasciano
pure
intendere
che
da
lì
aveva
ed
ha
ancora
oggi
inizio
il
rapporto
dell’uomo
con
il
mare, il suo faticoso lavoro quotidiano sull’acqua.
Nei
giorni
di
mercato
quello
spazio
antistante
il
mare
si
riempie,
come
in
passato,
di
persone
e
di
prodotti
dell’acqua
e
del
campo.
Quella
realtà
in
movimento
Crescini
la
propone
in
alcuni
dipinti
e
ceramiche
con
studiati
giochi
di
forme
e
di
piani
diversi.
Con
riuscite
composizioni
dei
vari
personaggi
che
agiscono
su
quella
scena,
essa
raffigura
situazioni
di
cui
aveva
in
precedenza
preso
possesso
vivendole
sul
posto,
fotografandole,
e
conservandole
nella
mente,
per
averle
poi
dentro
e
rappresentare
più
tardi
sulla
tela,
con
serena
attenzione
alle
cose
ed
al
vissuto
delle
persone,
delle
idee
e
sentimenti
ispirati
da
quella
esperienza.
Una
delle
scene
di
mercato
-
proposta
con
soli
e
diversi
toni
di
rosso,
contrastati
da
macchie
di
bianco
che
fanno
scoprire,
sulle
tovaglie
del
mercato
pesci
e
frutti
della
terra
altrimenti
poco
visibili
-
è
popolata
pressochè
interamente
da
donne,
citando
così
pure
la
quasi
sola
loro
presenza
in
paese
quando
l’uomo
è
sul
mare.
Quella
lontananza
ed
assenza
viene,
a
sua
volta,
resa
idealmente
evidente
dalle
disegnate
sedie
vuote,
protagoniste,
con
altre
opere,
d’una
emblematica
raffigurazione
della
vita
della
“Gente
di
Mare”
da
parte
di
Crescini.
Essa
la
evoca
in
questa
mostra
con
armonica
coerenza
di
stile
e
di
sentire
nella
esposizione
del
tema
e
con
precisa
adesione
tra
la
forma
ed
il
colore
delle
immagini
sia
sulla
tela
che
sulla
bianca
superficie
della
maiolica
che
ricopre
la
terracotta,
come
dimostra
il
suo
riuscito
cimentarsi
nella
policroma
raffigurazione
d’un
borgo
marinaro
di
Liguria su tutti i lati di un grande cubo.
Federico Marzinot
1991 Noli (SV) Sede A.V.I.S.
1992 Savona Palazzo della Provincia
1993 Savona Palazzo Civico
1994 Savona Palazzo Civico
1995 Celle Ligure (SV)Palazzo Civico
Savona Palazzo Civico
1996 Noli (SV) Sede A.V.I.S.
1997 Savona Palazzo Civico
Noli (SV) Sede A.V.I.S.
1998 Savona Palazzo Civico
Noli (SV) Sede A.V.I.S.
1999 Sanremo (IM) Bottega d’Arte
2001 Noli (SV) Sede A.V.I.S.;
Perugia Galleria d’Arte ‘’Sansalù al Borgo’’
2002 Vado Ligure (SV) Villa Groppallo ‘’Antologia’’
2003 Savona Palazzo della Provincia ‘’Ancora è…Colore’’
2004 Quiliano (SV) Villa Maria ‘’Unisabazia’’ Rassegna d’Arte ‘’Non solocolore’’;
Albissola Marina (SV) Arte Spazio Battaglia ‘’Guardando, guardando ancora’’
2006 Quiliano Villa Maria ‘’Storie che raccontano i colori’’
2007 Albissola Marina (SV) Pozzo Garritta ‘’Azzurri Cieli’’;
Genova Sampierdarena Centro Civico Buranello ‘’Tracce Mediterranee’’
2008 Valleggia Quiliano (SV) Galleria d’Arte del Cavallo ‘’Tra sogno e realtà’’;
Savona Villa Cambiasio ‘’E le stelle stanno ancora a guardare’’
2010 Vado Ligure (SV) Villa Groppallo ‘’Concerto di Primavera’’;
Spotorno (SV) Sala Convegni Palace ‘’Sotto lo stesso Cielo’’
2011 Savona Galleria Scarzeria ‘’Colore’’;
Albissola Marina (SV) La Lanterna di P. Battaglia ‘’Policromie’’;
Quiliano Valleggia (SV) SMS Aurora ‘’Artistae Scrittore’’
2012 Quiliano (SV) Villa Maria ‘’I colori della memoria’’
2014 Valleggia Quiliano (SV) Galleria d’Arte del Cavallo ‘’Voglio ancora sognare’’;
Savona Fortezza del Priamar - Cellette
2015 Albissola Marina (SV) Centro Artigianale Restauri Vetrina d’Artista “Fantasie”
2016 Carcare (SV) Sale di Villa Barrili "Musicalmente"
2017 Perugia Ex Chiesa di Santa Maria della Misericordia “Racconti di Luce”
2018 Albissola Marina (SV) Circolo degli Artisti di Pozzo Garitta “Opere Crescini”;
Perugia Ex Chiesa di Santa Maria della Misericordia “L’occhio della mente”
2019 Perugia Spazio Espositivo Sansalù al Borgo "Il sogno d'artista";
Vado Ligure (SV) Museo civico A. Martini Villa Groppallo "Arte e Mestieri"
2020 Savona Galleria GulliARTE "Gente di Mare"
2021 Albissola Marina Centro Artigianale Restauri - Vetrina d’Artista
“Passeggiando nell’immaginario”
2022 Savona Galleria GULLIarte Tarocchi “Il gioco del destino” A cura
di F. Marzinot
2023 Albissola Marina Centro Artigianale Restauri - Vetrina d’Artista opere
ceramiche su scacchiera e pittura;
Oratorio de' Disciplinanti a Finale Ligure (SV) è programmata la personale
“Dal mondo fantastico dei Tarocchi" (dal 1 al 15 Agosto 2023)