DANZA NEL BLEU
MERCATO
DEL PESCE
LA SEDIA VERDE
LA SEDIA ROSSA
MANAROLA
MERCATINO DI LIBRI
Pittura
Ceramica
Ceramica
2009
2008
MERCATINO DEL PESCE
RIOMAGGIORE
CHIARO DI LUNA
SILENZIO APPARENTE
LE MASCHERE
CHE NON RIDONO
UNA MAGICA RETE
CANTO ALLA LUNA
FANTASIA
ANCORA UOMINI
IN PIAZZA
NOTTE DI LUNA
CONCERTO
DI PRIMAVERA
DUE SEDIE
AZZURRE
DUE SEDIE VIOLA
SUSSURRI
ORATE
I COLORI
DELLA MEMORIA
IL BOSCO
INCANTATO
GRUPPO DI SEDIE
ROSSO VIOLA
IMMAGINANDO CHE...
VOGLIO ANCORA
SOGNARE
DESIDERI
IN ARMONIA
VERSO LA LUCE
LE GUARDIANE
DEl COLORE
SIMBIOSI
DOVE VIVONO
I COLORI
LA CUSTODE
DELLA CULTURA
1 AGOSTO
FESTA DEL COLORE
Gallery
DEDICATO
ALLA BELLEZZA
VERDE GIOVANNA
CAVALLO VERDE
MANAROLA
ATTESE
MERCATO
PESCATORI
BARCHE
IL GIARDINO
DELLE FARFALLE
L’ EREMITA NEL PAESE
DEI TAROCCHI
IL PAESE DEI TAROCCHI
MOSAICO FONTANA
MAGGIORE PERUGIA
LA FAMIGLIA DI OSCAR
SEGGIOLINA CON MELE
AL MERCATO DEL PESCE
DI SAVONA
QUATTRO GATTI
CAVALIERI
“VOGLIO ANCORA SOGNARE”
Stupisce
di
Giovanna
Crescini
il
fatto
che
ogni
sua
mostra
personale
riesca
a
presentarci
una
Giovanna
Crescini
rinnovata.
E’
raro
infatti
che
un’artista,
raggiunta
in
piena
maturità
una
cifra
stilistica
riconosciuta
e
apprezzata,
acclarato
il
gradimento
di
un
pubblico
sensibile
e
af
fezionato,
rinunci
alla
tentazione
di
trovare
agio
nel
percorso
sperimentato
con
successo.
Giovanna
Crescini
non
sceglie
di
“ripetere
se
stessa”.
Sa
osare,
oltre.
Consapevole
che
il
gioco
dell’arte
è
appunto
sapersi
mettere
in
gioco.
Come
l’obiettivo
dell’artista
è
la
sfida.
E
la
sfida
è
il
divenire,
l’andare
verso.
Anche
verso
un
punto
di
bianco.
Strutturato
nel
colore,
immerso
nel
colore
il
linguaggio
della
Crescini
cerca
la
sor
gente
dalla
quale
scaturisce
tutta
l’ener
gia
cromatica,
per
farle
spazio
sulla
superficie
della
tela.
Scorrendo
le
pagine
pittoriche
degli
anni
più
recenti
la
presenza
del
bianco
si
percepisce
come
un’intuizione.
Af
fiora.
Quasi
pudicamente.
E
cattura
l’occhio.
E’
un
gatto
tra
i
personaggi,
uno
straccio
sulla
seggiola,
una
teiera
nella
natura
morta.
Nel clamore
del colore,
Giovanna Crescini
sa osare
un silenzio.
Ed è
proprio
quel
silenzio
a
dare
alla
composizione
-
sia
di
figure
sia
di
elementi
vegetali
e
naturali
-
il
significato
di
una
riflessione.
La
piacevolezza
estetica
del
quadro
è
sempre
sostanziata
dal
pensiero.
Il
linguaggio
di
Giovanna
Crescini,
per
quanto
possa
apparire
“facile”,
non
si
ferma
ad
una
pittura
di
superficie.
Sa
indagare
nelle
profondità
emotive
ed
emozionali.
Sa
essere
discorso.
T
alvolta
l’artista
si
diverte
a
scomporre
e
ricomporre
le
parole
della
poesia.
Mette
le
parole
dei
poeti
sulla
tela
mischiandole
a
soggetti
ricorrenti
nella
propria
nomenclatura
pittorica
(parole
e
pesci,
bello!).
Pienamente
consapevole
che
la
pittura
-
come
la
poesia
-
richiede
da
parte
di
chi
la fa,
e di
chi vi
si pone
dinnanzi, grande capacità
di
ascolto.
Maria T
eresa Castellana
“DOVE VIVONO I COLORI”
Pittrice,
ma
ora
anche
ceramista,
Giovanna
Crescini,
umbra
di
origine,
opera
sul
territorio
ligure
come
esponente
di
rilievo
nel
panorama
dell’arte
contemporanea.
La
prestigiosa
sala
espositiva
del
Palace
di
Spotorno,
con
la
vetrata
che
si
affaccia
sul
mare,
ospita
le
sue
coloratissime
tele:
un
tripudio
di
colori
che
non
conflagrano
con
l’azzurro
cobalto
del
mare,
ma
vi
si
inseriscono
perfettamente
come
in
una
nuova,
sorprendente
cornice.
Le
opere
di
Giovanna
Crescini
sono
oli
su
tela
fortemente
connotativi
di
un’artista
il
cui
sguardo
sa
penetrare
la
realtà
per
trasferirla,
con
un
particolare
gesto
pittorico,
in
una
campitura
surreale
grazie
ai
colori
di
una
smagliante
luminosità
e
ai
contenuti
dove
le
persone
e
le
cose
si
pongono
con
protagonismo
sullo
sfondo
di
un
paesaggio
quasi
sempre
verde
e
rigoglioso,
una
sorta
di
Eden
vagheggiato.
La
forza
delle
sue
figure
è
data
dall’incisività
del
segno,
dalla
perfetta
scansione
degli
spazi
in
cui
sono
inserite,
dall’espressività
dei
volti,
dalla
corporeità
degli
oggetti,
dalla
capacità
di
ogni
forma
a
svolgere
un
filo
narrativo.
Sono
spesso
persone
raffigurate
durante
un
colloquio
o
che,
pur
vicine,
appaiono
perse
in
un
loro
pensiero,
in
un
atteggiamento
di
staccata
meditazione.
L’essere
rappresentate
in
gruppo
non
elimina
l’idea
della
loro
solitudine,
condizione
umana
che
la
Crescini
spesso
mette
in
risalto,
svolgendo
attraverso
il
segno
pittorico anche il dettato di una storia individuale…….
Franca Maria Ferraris 2010
“I COLORI DELLA MEMORIA”
Giovanna
Crescini,
persona
sorridente
e
pensosa,
cordiale
e
riservata,
ha
tracciato
la
propria
autobiografia
attraverso
una
lunga
sequenza
di
tele
che
hanno
disegnato
un
cammino
speculativo
nel
quale
sono
intervenute
modificazioni in tempi lunghi e per linee interne, senza vistose impennate.
Negli
anni
ha
suscitato
un
vasto
interesse
critico
che,
fissandosi
costantemente
sul
colore,
ha
finito
per
indurre
i
suoi
esegeti
a
notevoli
fraintendimenti
delle
sue
intenzioni
o
a
monotone
ripetizioni.
Che
i
colori
della
Crescini
siano
forti,
luminosi
ed
imperiosi
è
un
dato
di
fatto
che
non
giustifica
tuttavia
un
accreditamento
di
anima
felice
ed
ottimista
solo
perché
le
sue
tele
sono
illuminate
da
rossi,
vermigli,
verdi
e
azzurri
intensi.
Ancora
meno
possiamo
essere
consenzienti
con
coloro
che
liquidano
il
problema
parlando
di
una
sorta
di
festival
cromatico.
La
realtà
è
molto
diversa:
il
colore
non
è
un
fine
ma
un
mezzo.
Un
mezzo
che
consente
all’artista
molte
soluzioni,
in
primo
luogo
quella
di
introdurre
nelle
proprie
tele
un
elemento
fisico
in
virtù
del
quale
fiorisce
un
vasto
mondo
di
idee
più
o
meno
evidenti.
Il
costante
interesse
per
la
figura
non
consente
di
concludere
che
ci
si
trovi
di
fronte
ad
una
pittura
realista,
ma
ad
una
soluzione
artistica
che
si
colloca
fra
l’iperrealismo,
il
simbolismo
e
i
mondi
di
sogno
contraddistinti
da
volute
oniriche
che
costruiscono
complesse
trame
di
riferimenti
e
di
echi
esistenziali
che
un
estremo
pudore
trattiene
entro
i
limiti
dell’accenno
senza
giungere
mai
ad
un
aperto
disvelamento.
Il
poco
spazio
disponibile
costringe
a
rimandare
a
tempo
e
a
luoghi
più
opportuni
una
completa
esegesi
dell’attività
artistica
di
Giovanna
Crescini
tenendo
anche
conto
del
suo
recente
impegno
in
campo
ceramico,
ma
si
può
concludere
che
il
suo
mondo
è
simile
a
quello
di
una
scena
teatrale
vista
attraverso
un
velo,
un
velo
che
non
giustifica
voli
di
fantasia,
ma
che
chiede
d’intendere
“con
intelletto
d’amore” i riposti accenti di uno spirito malinconico.
Aldo Maria Pero, Marzo 2012
“CHIARO DI LUNA”
Ho
sempre
amato
la
pittura
di
Giovanna
Crescini.
Mi
piacciono
i
suoi
colori,
il
gusto
squisito
della
composizione,
il
suo
essere
classica
e
popolare
al
tempo
stesso.
Mi
piacciono
i
suoi
racconti.
Perché
Crescini
è
essenzialmente
una
narratrice.
Davanti
ad
un
suo
dipinto
-
ce
vi
siano
figure
umane,
animali,
oggetti
o
persino
lettere
dell’alfabeto
composte
a
formare
parole
non
immediatamente
intellegibili
-
è
inevitabile
andare
a
cercare
il
racconto.
Non
è,
quella
di
Crescini,
una
pittura
impressionistica.
E’
sopratutto
una
pittura
narrativa,
dove
la
narrazione
sconfina
in
una
dimensione
(forse
apparente)
di
sogno.
Amo
quelle
donne
velate
racchiuse
da
una
corona
d’alberi,
quei
crocchi
di
figure
intente
ad
un
mestiere,
o
a
cercare
libri
su
bancarelle
surreali,
o
quelle
donne
-
che
sappiamo
essere
bellissime
-
con
addosso
gli
abiti
leggeri
dell’estate.
Si
abusa
molto
del
termine
“mediterraneo”,
eppure
la
pittura
(e
la
ceramica
che
talvolta
ne
deriva)
di
Crescini
è
profondamente
mediterranea.
O
meglio,
meridionale.
Ho
ravvisato
nei
suoi
quadri
echi
del
grande
e
dimenticato
Saverio
Terruso,
e
di
Guttuso,
ma
anche
della
naïveté
-
cioè
di
quella
ingenuità
che
prima
di
tutto,
come
vogliono
i
dizionari
antichi,
è
nobiltà
-
di
certi
pittori
africani
di
Tingatinga.
Eppure
Giovanna
Crescini
è
un’artista
colta,
per
nulla
“ingenua”
nel
senso
che
diamo
abitualmente
al
termine.
Ma
ha
saputo,
forse
proprio
perchè
colta,
riconoscere
un
linguaggio
immediato
e
forte
e farlo, con straordinaria leggerezza, suo.
F. Molteni